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al testo di Alessandro Porri
Il paese dai tetti d’oro : la malattia mentale
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C'era una volta il paese dai tetti d'oro gli abitanti vivevano a modo loro. I giorni dispari erano tristi i giorni pari erano ilari. Le case eran lì tutte attaccate sembravano brutte e deformate ma solo per chi le osservava da fuori perché da dentro eran belle e a colori. Parevano case in movimento alcune prive di pavimento ma non importa non c'è da obiettare chi le abitava sapeva volare. Da questo posto particolare è assai difficile potersene andare un campanile al centro controlla che nessun esca dalla sua bolla. Una mente che viaggia non è lineare bisogna capire, saperla accettare volare in alto passar la frontiera usare le ali o una mongolfiera. Tante finestre ci son sulle case un bravo artista le ha disegnate ma non ti accorgi se sei un po’ disattento che è assai difficile guardarci dentro. Spesso son chiuse, appena accostate da molto tempo dimenticate dentro il silenzio nei fragili cuori ma tanta voglia di venir fuori. Ecco una strada per andar via colori in musica e fantasia perché ogni mente ha la propria ragione basta cambiare l'angolazione
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